sabato 31 marzo 2007

VIAGGIO A SEVILLA (SIVIGLIA) - primo giorno

12-21 Aprile 2001
Dal taccuino di viaggio I

12aprile 2001

Arrivo a Madrid aeroporto, trasferimento in metro fino a Porta Atocha. AVE per Se villa già prenotato via internet delle 15:00. Si parte: La sierra a N di Madrid rimane parzialmente innevata. Grano molto verde.

Arrivo a Sevilla Santa Justa alle 17.15, con 10 minuti di anticipo. Temperatura quasi estiva, cielo azzurro. Andiamo a piedi fino a Puerta Osario. Poche macchine, vita in lontananza, vuoto come fosse domenica. E’ un Jueves Santo, muy festivo. Odori di Siviglia: profumo vanigliato, agrumi, cespugli di bosso e altre varietà vegetali, poi odore di fritto, di pesce baccalao, carne di agnello, gomma bruciata, spazzatura qua e la. Aria pesante poi a volte forte il vento.

Sivigliani vestiti a festa, abiti della domenica, uomini in giacca e cravatta, donne con traje de mantillas tutto nero sotto il sole, calze scure, ragazze con gonne comunque corte. Prendiamo il bus C4 circular interior, sempre più pieno ad ogni fermata. Passiamo davanti alle murallas de la Ma carena; si scende a Plaza de Armas – antica Estaciòn de Cordoba. Arriviamo all’hostal Paris, vicino a quest’ultima. Riposo, doccia e preparazione al clima tiepido della serata. Ovunque una folla sparsa, elegante, di corsa verso un paso qualsiasi, è il Jueves Santo!

In cerca di una comida ben strutturata arriviamo all’Arenal e ci infiliamo in un ristorante seguendo l’aspetto tipico: risultato ina salassata da mastercard! Comunque una buonissima cena: gazpacho andaluz con pepinos (cetrioli) y huevos a pezzetti, carne di cordero (agnello) alla griglia e gamba (coscia) d’agnello arrosto.

Dopocena presso il Postigo Comunal – zona Arenal appare all’improvviso il nostro primo paso: la Pasiòn o forse El Valle! Vestito nero completo, silenzio (niente banda) tranne un oboe ed un clarinetto (musica triste, struggente). Vediamo il paso della Passione con fiori rossi e viola.

Quindi davanti alla Cattedrale La Pasiòn che entra e da Plaza Reyes la stessa che esce dalla chiesa. Spostandoci nel quartiere di Santa Cruz su fino a Santa Catalina incontriamo una procesiòn appena terminata, con nazarenos bianchi e viola che finalmente riposano. Passiamo per Calle Castellar – visita alla mia ex-casa – infine in Calle Feria ci fermiamo in posizione ottima per aspettare il Paso de la Macarena. E’ una vera penitenza aspettare per più di due ore l’arrivo del Primer Paso (la prima rappresentazione) ma ne valeva la pena. Una folla vociante si zittisce di colpo all’arrivo del paso (Ponzio Pilato che si lava le mani), poi passano gli Armao (i romani) con gli elmi dalle caratteristiche piume bianche. I nazarenos hanno vesti bianche, cappuccio verde o viola. Arriva poi il secondo paso ovvero la Madonna della Macarena o Ma carena. Dal silenzio si levano grida: “guapa! guapa!” (bella, carina) poi è il momento della curva da Calle Feria a Calle Letamendi verso l’Alameda de Hercules: il paso balla al suono della banda e la folla va in delirio. Infine rose rosse gettate dalle finestre e cantos de la saeta – canti a voce singola senza musica – in onore della madonna come atto di fede direttamente dai balconi. Sono le 3 e mezza del mattino e tutte le famiglie sono per strada, bambini compresi!

Finito il paso ci ritiriamo distrutti ma soddisfatti.